È incredibile il dibattito sulla tassa patrimoniale in Italia.
Scrivo per prima cosa che esistono tasse patrimoniali, o imposizioni a queste assimilabili, che sono realmente ingiuste e purtroppo in essere in Italia: come la tassa di circolazione per l'automobile o l'imposta di bollo sui conti correnti; queste tasse gravano più o meno allo stesso modo sui cittadini ricchi e su quelli più poveri e andrebbero abolite o ridotte.
Proprio la sacrosanta abolizione del bollo sui conti correnti è prevista dal recente emendamento Fratoianni-Orfini alla legge finanziaria; emendamento che nel contempo traccia la delimitazione delle entità dei grandi patrimoni (oltre i 500mila euro) per una nuova imposizione patrimoniale progressiva.
A cosa serve questo tipo di tassa patrimoniale? Innanzitutto mette in atto ciò che prevede la Costituzione, e cioè che i cittadini sono tenuti a sostenere la spesa pubblica in base alla loro capacità contributiva, e a farlo in maniera progressiva. Ciò perché, come si dice, si rimescolano le carte in tavola per avere più giustizia sociale; ovvero grazie alla patrimoniale si potrebbero redistribuire risorse dalle classi più ricche a quelle meno abbienti. Cosa che è ancora più importante oggi: abbiamo visto come prima la crisi economica del 2008, poi l'attuale crisi legata all'emergenza sanitaria, abbiano aperto ancora di più la forbice tra chi si è arricchito grazie alle crisi e chi ne ha sofferto, anche economicamente, le conseguenze.