13/12/20

Non sputiamo sul cashback di Stato

Voglio spezzare una lancia a favore del cosiddetto cashback di stato, anche se non ce ne sarebbe bisogno visto il successo che sta avendo.
Come è oramai noto, tramite il cashback i consumatori otterranno il 10% delle spese effettuate tramite la "moneta elettronica" nei negozi fisici e per acquistare servizi professionali; non si potrà ricevere una somma superiore a 300 euro all'anno a persona.
 
Incentivando il pagamento senza contanti si prova, d'accordo: un po' timidamente, a limitare l'evasione fiscale (da quella dello scontrino non fatto alla prestazione in nero del professionista).
 
A mio parere è anche un'operazione, come dire, igienico-sanitaria: monete e banconote sono tra gli oggetti più sporchi in assoluto e i virus e batteri viaggiano anche su di loro. È inoltre un'azione legata alla sicurezza, basti pensare a quante rapine ai distributori di benzina o assalti ai portavalori ecc. eviteremo un giorno quando quasi tutti i pagamenti saranno virtuali.
 
Infine, il cashback di stato potrà anche incentivare un ritorno ai negozi e alle botteghe di prossimità che, con una restituzione di fatto del 10%, offriranno prodotti più convenienti rispetto ai giganti dell'e-commerce. 
 
Ad esempio, un libro su Amazon si può acquistare con lo sconto non superiore al 5%; con il cashback riceveremo appunto il doppio, ovviamente al netto dello sconto del nostro libraio di fiducia!
 
 

 
 
Ps in foto i miei recenti risparmi di due giorni col cashback: non sono effettivamente un grande "consumatore"