04/10/18

Brevemente su anarchici in Spagna e chiese illuminate




Tra le cose più incredibili che l'Umanità abbia creato c'è il tipo di anarchico durante la Guerra civile e la Rivoluzione spagnola. Coraggioso, generoso nella lotta contro i fascisti; puro e rigoroso nella lotta per dare terra e libertà ai contadini, lavoro e libertà agli operai.



Mi si dirà che gli anarchici a quei tempi e in quei luoghi bruciavano le chiese, ed è vero; ma occorre aggiungere che allora la conservazione del patrimonio religioso-architettonico non fosse la priorità di molte persone.
Mi si dirà pure che gli anarchici ai tempi ammazzavano tanti uomini di chiesa, e anche questo è vero; ma per onestà dobbiamo pure scrivere che Durruti, forse il più autorevole anarchico delle rivoluzione spagnola, impiegò un sacerdote cattolico come suo segretario, ciò per dimostrare agli altri miliziani che non proprio tutti i preti fossero rappresentanti di male e corruzione in quella terra martoriata.

La più bella descrizione del tipo di anarchico spagnolo, lo affermo in base alle mie letture, non l'ha scritta né Orwell né Hemingway, ma Leonardo Sciascia nel suo racconto breve intitolato "Antimonio".

Sciascia scrive (e io compendio) che l'anarchico spagnolo considerava se stesso come una bomba ed era impaziente di lanciarsi ed esplodere contro le cose odiate. E gli anarchici odiavano troppe cose: i vescovi e gli stalinisti, le statue dei santi e quelle dei re, i monasteri e le case di prostituzione; morivano più per le cose che odiavano che per quelle che amavano: perciò avevano pazzo coraggio e sete di sacrificio, ognuno si sentiva Gesù Cristo, e del proprio sangue vedeva redento il mondo.