21/11/16

Referendum costituzionale, una riflessione breve su alcune posizioni per il Sì


Monitorando un poco i social network e parlando con i miei amici e conoscenti che voteranno Sì al referendum sulle riforme costituzionali ho notato tre motivazioni principali a favore del Sì:

1) «Da decenni si discute a vuoto di riforme: questa è la volta buona per farle»;

2) «Non posso votare No come fa anche la destra da Forza Nuova a Brunetta»;

3) «Se prevarrà il No si apriranno le porte del governo a forze populiste come il M5S o addirittura la Lega».

Queste prese di posizione hanno probabilmente un fragile fondamento e sono forse dettate da paura o chissà da cosa. Infatti:

1) la parola “riforma” non ha più l’accezione positiva che poteva avere nell'Ottocento: abbiamo provato sulla nostra pelle che esistono riforme schifosissime (ultima quella della scuola) e non si vede perché occorra cambiare in senso peggiorativo quello che di buono c’è quando è possibile non farlo;

2) come ha scritto anche Landini, noi (di sinistra, progressisti ecc.) rimaniamo coerenti nella difesa della Costituzione, perché dovremmo smettere di farlo nel momento in cui altri per motivi contingenti decidono pure di sostenerla? (e sia chiaro che se la Costituzione fosse davvero attuata, gruppi come Forza Nuova o Casa Pound sarebbero illegali).

3) Ammesso (per la Lega) ma non concesso (per il M5S) che sia un pericolo avere partiti populisti al potere una volta rafforzati dalla vittoria del No, è una banalità dire che i governi passano e la Costituzione resta; in ogni caso per evitare la vittoria di movimenti populisti e/o xenofobi occorre portare avanti politiche di giustizia e non licenziare leggi come il Jobs Act, la Buonascuola e compagnia bella.