04/03/13

Scuola, conoscenza e benevolenza

Intervento alla discussione pubblica sul lavoro che ha preceduto l'inaugurazione della mostra di arte contemporanea WorkLavoroVore. 






Questo incontro è dedicato al lavoro, e il mio contributo stasera riguarderà qualcosa che sta alla base di qualsiasi lavoro: il sistema di produzione e trasferimento delle conoscenze di un Paese, con particolare riferimento alla scuola. Inizierò con una breve premessa storica: l’Italia del Dopoguerra era un paese distrutto, le sue attività produttive erano quasi completamente compromesse e tale situazione era aggravata dall’atavico problema dell’assenza di grandi fonti di risorse naturali ed energetiche. Nonostante ciò, il nostro Paese in pochi decenni diventò una delle maggiori potenze industriali a livello mondiale. Tale notevole sviluppo economico è, ovviamente, da attribuire a vari elementi, ma tra questi fu indispensabile il contributo del sistema scolastico pubblico capace, come scrive lo storico Bevilacqua, di produrre tecnici, quadri, dirigenti e professionisti dai molteplici saperi.
Visto ciò, pare logico sostenere che con la cultura “si mangia” e difficilmente è possibile dimostrare l’argomentazione opposta. É però fuorviante pensare all’istruzione o - come direbbero gli economisti neoclassici, - all’investimento in “capitale umano” unicamente come un mero strumento di crescita economica: l’istruzione, come più in generale la cultura, è importante perché ha valore in sé!
A favore di tale ultima tesi ripropongo il pensiero di Bertrand Russell sul concetto di “vita retta”.
Perché una vita possa essere considerata retta occorre che sia ispirata dalla benevolenza e guidata dalla conoscenza. Scrive Russell che benevolenza e conoscenza non hanno confini, cosicché una vita, per quanto retta, è sempre suscettibile di miglioramento.
Solo la benevolenza però, senza la conoscenza, non può in alcun modo maturare una vita retta, ma in compenso può procurare o aggravare le disgrazie: «nel medioevo – scrive Russell, - allorché la pestilenza mieteva vittime, santi uomini riunivano la popolazione nelle chiese per pregare, cosicché l’infezione si diffondeva con straordinaria rapidità fra le masse dei supplicanti. Ecco un esempio di amore senza conoscenza». Come anche la sola conoscenza senza amore o benevolenza può avere conseguenze disastrose, in questo caso Russell fa l’esempio della Grande guerra. Per attualizzare la casistica basterà invece pensare alle grandi conoscenze tecniche necessarie a progettare i famigerati aerei da guerra F35 che però sono scevre dell’amore verso le popolazioni che ne subiranno sicuramente – è solo questione di tempo! - la formidabile potenza.

Bertrand Russell
In una società composta da uomini e donne che si ispirano secondo la formula della vita retta, continua Russell, sarà soddisfatto un numero maggiore di desideri che non dove c’è meno amore e meno conoscenza. Appare dunque prioritario aumentare la benevolenza e la conoscenza anche nella nostra Italia. In riferimento a tutto ciò, quali sono gli strumenti a disposizione della politica per modificare il reale? Non so rispondere a tale domanda in riferimento all’aumento della benevolenza e dell’amore o della fratellanza tra i nostri connazionali; probabilmente non esistono – purtroppo o per fortuna, - sistemi di pianificazione o di incentivo in tal senso, né la soluzione è quella di fondare il partito dell’Amore …
Se parliamo invece di aumento della conoscenza, la direzione da seguire è ben chiara e per lo più nota: investire nel sistema di produzione e trasferimento delle conoscenze, ovvero scuola, università e ricerca scientifica. È bene però chiedersi quale tipo di sistema sia il più idoneo. La scuola, ad esempio, perché crei vera conoscenza deve essere liberata dal dominio delle “tre I” (informatica, inglese e internet) e dalle esigenze utilitaristiche e produttivistiche; né, come scrive Bevilacqua, può essere una fucina di “soldatini del management” cui spalmare addosso qualche approssimativa verniciatura formativa. Deve invece offrire «una formazione ricca e universale – continua Bevilacqua, – che salvi le giovani menti da specialismi precoci, che altrettanto precocemente potranno essere travolti dall’innovazione tecnologica. Una strategia formativa che ha maggior valore oggi quando un ingegnere meccanico, in una qualunque fabbrica automobilistica, è condannato all’obsolescenza delle sue competenze nel giro di 5 - 6 anni».
In breve, usando le stesse parole di Russell: «il sapere scientifico, storico, letterario e artistico dovrebbe essere alla portata di tutti con giusti provvedimenti da parte delle pubbliche autorità». Questa è la condizione necessaria, se pur non sufficiente, affinché la nostra società progredisca.